Tommaso Piemontese
Tommaso Piemontese, dopo la maturità
classica conseguita al Liceo-Ginnasio -Gian
Tommaso Giordani- di Monte Sant'Angelo
(FG), dove sono nato l'11 agosto 1943, mi
sono laureato nel 1968 in Lettere moderne ad
indirizzo artistico all'Università -Federico II-
di Napoli con una tesi sui monumenti artistici
della mia città, avendo come relatore il
prof. Valerio Mariani. Tra gli altri, mi onoro
di avere avuto come validi docenti i professori
Salvatore Battaglia, Giuseppe Galasso, Aldo
Masullo, Giancarlo Mazzacurati, Francesco
Arnaldi, Nino Cortese, Domenico Mustilli,
Michele Fuiano, Cecilia Motzo d'Accadia,
Silvio Accame, Paolo Brezzi, Ernesto Pontieri
e Alberto Cento. Durante il corso degli studi
ho lavorato come istitutore in diversi collegi
statali e privati a Lucera e a Salerno. Vivo dal
1969 a Besozzo (Varese), dove sono stato docente
e preside-dirigente scolastico per oltre
un trentennio. Sposato con una collega, ho
tre figli e cinque nipoti. Con la Scuola Crotti-
Paglighi nel 1982 a Milano ho conseguito il
diploma di Grafoanalista, riconosciuto dalla
Regione Lombardia. Nel 1984, insieme a mia
moglie Enrichetta Aulisio, ho tenuto un corso
di aggiornamento per i docenti del distretto
scolastico di Cittiglio, i cui atti sono stati raccolti
in un manuale intitolato La grafoanalisi.
va a scuola, rivolto particolarmente ai docenti
e ai genitori di ragazzi che frequentano
la scuola dell'obbligo. Mi sono sempre interessato
di poesia e di letteratura in generale.
Già dagli anni del liceo ho iniziato a -buttar
giù- dei versi, stimolato dalle letture e dagli
studi che affrontavo a scuola. I primi passi li
ho percorsi in compagnia dei poeti ermetici,
al cui sentire mi sono sempre sentito molto
vicino. Giuseppe Ungaretti è stato il primo, e
tale è rimasto, ad entrarmi nel cuore, per cui
i miei primi esperimenti sono avvenuti seguendo
le sue orme; ma sono stati importanti
anche gli altri maggiori del Novecento: da
Montale a Quasimodo, da Gatto a Luzi e a padre
Turoldo e ad Alda Merini; e poi Pablo Neruda,
Federico Garcia Lorca e Rafael Alberti e
così via. Pur seguendo o, meglio, inseguendo
codesti grandi e irraggiungibili, nel tempo
vorrei poter credere di avere impostato un
mio personale stile o tecnica che dir si voglia,
che, chi ha la costanza di leggermi, conferma
di riconoscere e mi attribuisce. Sono molti
i lettori critici che mi hanno gratificato delle
loro acute osservazioni; in particolare mi
sento di ringraziare, perché li trovo più vicini
al mio vero sentire espresso nelle poesie: Federica
Lucchini, Giampiero Tonello, Franco
Terlizzi e padre Berardo Rossi. Un pensiero
omaggio particolare va all'amico di sempre
Ignazio Frattaruolo, che mi sostiene, nel mio
lavoro, con passione e molta ma non del tutto
acritica dedizione.