Enrico Segré esordisce nella narrativa con questo libro che rievoca
un'infanzia ed una prima adolescenza assolutamente non convenzionali,
vissute dal figlio di un italiano, prima nella profonda campagna
e poi nelle scuole medie cittadine di un lontano Cile.
Il tutto sullo sfondo della seconda guerra mondiale, delle persecuzioni razziali e del rapporto ambivalente e vorremmo dire straziante con un padre, esule dall'Italia ed alle prese egli stesso con la costruzione di un rapporto con il Paese di adozione.
Il libro è un viaggio alla ricerca del passato in cui persone, parole ed eventi riemergono a volte poetici, a volte crudamente drammatici. Coraggioso esploratore dell'inconscio e del rimosso (le piaghe antiche), Enrico Segré
non arretra di fronte alla rievocazione dei momenti più duri da vivere
e da raccontare.
La strada di Campanario non è soltanto un "salvataggio dall'oblio" perché va oltre la storia personale e parla di tutti i bambini che sono stati soli.
Incalzante e vivido, questo libro è interessante anche come
documento di un'epoca e di un inedito Cile; ma è soprattutto
una lettura coinvolgente dalla prima all'ultima pagina.
Severino Dal Bo